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Trento, 4 dicembre 2003
«L’INCENERITORE NON MI CONVINCE»
Bombarda (Verdi) a Dellai: non trattateci da minoranza
Intervista a Roberto Bombarda de l'Adige del 4 dicembre 2004

Roberto Bombarda, neoconsigliere provinciale dei Verdi, giornalista, glaciologo, e direttore del Fimfestival della montagna, si sente “minoranza nella maggioranza” e lo ha detto al presidente Dellai, nel suo intervento in consiglio provinciale. Bombarda ha manifestato il disagio di chi si trova un po’ schiacciato dalle due forze maggiori, la Sinistra democratica e riformista (Sdr) e soprattutto la strabordante Margherita e chiede il riconoscimento, non solo a parole, di una pari dignità di tutte le componenti della coalizione.

Consigliere Bombarda lei ha puntato i piedi sulle nomine dei sei presidenti di commissione, perché?
«Perché se non si colgono queste occasioni per far emergere la coalizione e mostrare all’esterno un’immagine di coesione, affidando, come chiediamo noi, una presidenza di commissione a ogni gruppo della maggioranza invece di far pesare sempre i numeri, quando lo possiamo fare?»

Ad esempio sui punti del programma.
«Certo questo è fondamentale, ma c’è anche un discorso politico alto, un rapporto tra partner di una coalizioine, da considerare: non possiamo continuare a misurare tutto in base ai voti presi. Mi fa piacere che il presidente Dellai abbia detto che non c’è una minoranza nella maggioranza, né l’egemonia di una forza politica sulle altre. Vorrei che lo ricordasse anche ai suoi sergenti maggiori.»

Lei ha criticato la scelta del presidente di segmentare la delega sull’ambiente in quattro assessorati. Lo trova pericoloso?
«Non riesco a capire la visione che sta dietro questa scelta, visto che ovunque, dal livello comunale, al governo nazionale a Bruxelles, ormai da anni la competenza sull’ambiente è affidata tutta ad un unico responsabile. È intuibile la ragione. Sono sicuro comunque, perché non ho motivo di pensare il contrario visto che Dellai ha posto ai primi posti l’ambiente nella sua relazione programmatica, che il presidente e i quattro assessori che si spartiscono la competenza, Grisenti, Dalmaso, Mellarini e Gilmozzi, sapranno trovare il modo di dimostrare che in cinque si può riuscire a produrre una politica ambientale efficace.»

Non abbiamo sentito la sua voce nei giorni scorsi in merito al referendum sull’inceneritore, perché?
«Perché ho ritenuto opportuno evitare di essere strumentalizzato. Personalmente, infatti, non ritengo che il termovalorizzatore sia la soluzione migliore. Io due anni fa avrei sperato in una soluzione diversa. Facendo parte della maggioranza e del gruppo dell’assessore, che nella passata legislatura propose e approvò il piano rifiuti, che prevedeva l’inceneritore, mi sembrava scorretto esprimere le mie perplessità personali durante la campagna referendaria.»

Perché l’inceneritore non la convince?
Perché ritengo che puntando con decisione sulla raccolta differenziata (e noi verdi dovremo fare in modo che l’impegno venga mantenuto) e sulla riduzione della produzione dei rifiuti potremmo arrivare ad avere in pochi anni rifiuti non riciclabili pari al 40% del totale prodotto, un volume non molto diverso da quello delle scorie che usciranno dall’inceneritore e che poi dovremo comunque stoccare in discariche speciali.»

Sarà una spina nel fianco della maggioranza?
«Nnn ho nessuna intenzione di alzare barricate ideologiche. Proporrò confronti solo sulla base di dati scientifici e oggettivi. Credo sia il minimo pretendere che per ogni opera che richiede la spesa di denaro pubblico si valutino i pro e i contro e le alternative. Lo si dovrà fare per la Valdastico, non lo si è fatto per la val Jumela né per gli investimenti in val di Pejo. Perché nessuno ha provato a verificare se c’è anche spazio per un mercato turistico alternativo allo sci?».

     

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